«Nel vino è la verità»: così recita l’antichissimo proverbio latino di Plinio “il Vecchio”.
A tutti sarà capitato (o capiterà) almeno una volta di provare quella spensieratezza e quell’euforia provocate da un bicchiere di vino, un drink o un amaro.

Bello no? Perché non spingermi un po’ più in là con le consumazioni? Ed ecco qui la catastrofe annunciata.
Chiunque abbia provato quest’ebrezza il giorno dopo, molto probabilmente, si è ritrovato con dei vuoti di memoria, magari pentito proprio di qualche frase detta, di qualche confessione custodita gelosamente prima che arrivasse quel terribile e spietato bicchiere in più.

Cosa sarà mai successo nel nostro corpo?
L’alcol etilico può sortire diversi effetti sul sistema nervoso centrale: inizialmente si ha una fase di euforia e perdita di freni inibitori, accompagnata da una bizzarra sensazione di immortalità e di socievolezza. È da questo momento in poi che si può verificare il misfatto: parole, pensieri, opinioni personali potrebbero uscire dalla vostra bocca senza che ve ne accorgiate.
Se invece le dosi sono più elevate prevale l’azione depressiva o aggressiva che può terminare in un annullamento dell’attività cerebrale e dunque nel coma etilico.

Qualcuno, preso dall’esperienza, avrà anche pensato “Wow! Sono finalmente riuscito a dire ciò che senza alcol non avrei mai detto!”
L’aspetto negativo? Molto probabilmente quel qualcuno si sarà espresso formulando frasi totalmente sconnesse e di difficile comprensione, magari tra un barcollamento e l’altro. Questo perché l’alcol rallenta i processi mentali e cognitivi deprimendo la corteccia cerebrale che regola l’attenzione, la percezione, il pensiero, il movimento e la consapevolezza.
Oltre ciò, si può verificare un deterioramento della memoria e per questo può capitare di non ricordare scene della serata passata.

Scendendo nello specifico: la prima cosa che fa l’etanolo è aumentare l’attività inibitoria del più importante neurotrasmettitore del nostro cervello, il GABA; al tempo stesso riduce l’attività eccitatoria del glutammato. L’effetto che si va a determinare è una diminuzione delle connessioni nel nostro cervello. Si giunge ad un iniziale stato di rilassatezza ed euforia, fomentato anche dalla produzione di endorfine. Ne consegue quella disinibizione comportamentale, quella rimozione dei freni inibitori che porta a mostrare aspetti caratteriali e pensieri che non sempre possono essere piacevoli.

Dunque, aveva ragione Plinio? La risposta è .

Il problema? Non sempre liberarsi dei propri freni inibitori porta a qualcosa di buono. Non a caso il prosieguo del proverbio è «In Vino Veritas, In Aqua Sanitas» ovvero «Nel vino è la verità, Nell’Acqua La Salute».

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