I Golden Globe del 2022 arrivano dopo la bufera mediatica che ha colpito la HFPA (Hollywood Foreign Press Association) in questi ultimi mesi. I maggiori riconoscimenti per il cinema e la televisione dopo gli Oscar e gli Emmy. Nati nel 1944, i globe dorati vengono assegnati ogni anno da parte di una giuria composta da diversi giornalisti internazionali rappresentanti l’industria cinematografica americana.

La HFPA nell’ultimo anno, è stata al centro di uno scandalo riguardante accuse di corruzione e razzismo promosse da alcune fra le più importanti testate giornalistiche americane. L’associazione giornalistica non è nuova a questo tipo di critiche. La pessima influenza mediatica all’interno del settore cinematografico dei membri e le numerose accuse di conflitto di interesse con le case di produzione hanno suscitato numerosi dubbi sulla serietà e sull’oggettività delle assegnazioni dei Golden Globe.

Nel Febbraio 2021 il New York Times e il Los Angeles Times hanno posto in evidenza alcuni problemi nelle strutture dell’associazione: tutti gli ottantasette membri sono uomini bianchi, avanti con l’età e restii ad accogliere nuovi giurati.

L’inadeguatezza si evince anche dal pessimo telaio organizzativo che dovrebbe assegnare ad ogni componente del gruppo un’area geografica, cercando di coniugare conoscenza del territorio e della cultura locale con competenze nell’ambito della cinematografia. In realtà, le assegnazioni vengono fatte seguendo criteri del tutto soggettivi, discutibili e alquanto casuali.

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Le accuse hanno rivelato che l’organizzazione era riuscita ad accumulare oltre cinquanta milioni di dollari negli anni pagando pochissime tasse, spacciandosi come associazione no profit ed elargendo contemporaneamente  viaggi, premi e benefici vari ai suoi membri. Lo scandalo è esploso quando è emerso che  le stesse case di produzioni televisive e cinematografiche, interessate a influenzare il giudizio dei giornalisti, corrompevano i giurati attraverso somme di denaro e regali di lusso.

Nel corso degli anni, attori, registi, sceneggiatori e esperti del settore hanno accusato l’HFPA di essere un «gruppo di pochi che si sentono grandi» come ha scritto il New York Times.

Questa bufera mediatica ha costretto l’organizzazione a scegliere un profilo basso per la cerimonia di quest’anno: si è tenuta esclusivamente sul sito ufficiale, come già successo nel 2008 per lo sciopero degli sceneggiatori americani.

Citiamo tra i vincitori Jane Campion come miglior regista e miglior film drammatico per il Potere del cane, disponibile su Netflix.

Il film ha proseguito la sua marcia trionfale, cominciata con la vittoria del Leone d’argento per la miglior regia alla settantottesima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino non riesce a superare Drive my car del giapponese Ryusuke Hamaguchi, vincitore dell’Orso d’argento al Festival di Berlino. Ora il regista napoletano attende l’8 Febbraio, giorno in cui l’Academy pubblicherà la lista delle nomination per gli Oscar 2022.

Continua il monopolio targato Spielberg dei premi per commedie e film musicali, ricevendo i Golden Globe nelle rispettive categorie miglior film, miglior attrice e miglior attrice non protagonista per “West Side Story”. Le candidature in totale erano sedici.

L’edizione 2022 sarà ricordata anche per Will Smith, vincitore del premio come miglior attore protagonista in un film drammatico. Dopo cinque candidature, vince con la pellicola Una famiglia vincente – King Richard, che racconta la vita delle sorelle tenniste Williams, dal punto di vista del padre.

Ultima menzione per Andrew Garfield e Nicole Kidman che si aggiudicano il premio come miglior attore e attrice nelle rispettive categorie di film. L’attrice australiana grazie alla magistrale interpretazione in A proposito di Ricardo si aggiudica il quinto Golden Globe su sedici candidature, raggiungendo  Rosalind Russell e Meryl Streep a quota 5 statuette per la miglior attrice. Andrew Garfield, invece, trionfa con l’ennesimo prodotto Netflix “Tick, Tick…boom“: adattamento cinematografico dell’omonimo musical del drammaturgo Jonathan Larson, interpretato dall’ex Peter Parker. L’attore britannico strappa il premio a Leonardo DiCaprio che con il film evento Don’t look up era pronosticato come sicuro vincitore.

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