Durante la nostra quotidianità ci troviamo spesso a prendere decisioni quasi automatiche. Badate bene, questa volta non si parlando delle abitudini, ma di alcuni automatismi del nostro cervello di cui molto spesso non ci accorgiamo. Questi ultimi vengono definiti bias ed euristiche. Ma andiamo per ordine.

Un bias cognitivo non è altro che un errore sistematico del cervello; per intenderci, il nostro cervello commette sempre gli stessi errori quando si trova davanti a un determinato ambiente o stimolo. Un’euristica, invece, può essere definita come una “scorciatoia mentale”, ovvero una sostituzione inconscia ad opera del cervello rispetto a un più complesso e completo ragionamento. 

Neuroscienze delle abitudini pt. 3

Trovate una soluzione al seguente problema: una mazza e una palla costano, in totale, 1,10 euro. La mazza costa esattamente un euro in più della palla. Quanto costa la palla?

Molto probabilmente il numero che vi salta subito in mente, intuitivamente e senza ragionare, è proprio 0,10. In realtà, la soluzione corretta è 0,5 euro, in quanto se fosse 0,10, la mazza dovrebbe costare 1,10 euro in più della palla. Questo semplice indovinello è stato sottoposto ai migliori studenti dell’Università di Harward e, indovinate, il 50% di loro ha fornito la risposta sbagliata, ovvero 0,10 euro. In ambienti meno “dotti” la percentuale di errore si alza sensibilmente. Ecco, questo esempio spiega precisamente il concetto di euristica. 

Per quanto riguarda i bias cognitivi, invece, segue una breve lista di quelli più comuni: 

  1. Effetto alone. L’effetto alone è quell’errore sistematico del cervello che consiste nell’attribuire diverse qualità ad un individuo sulla base di un’altra. Per esempio, quando incontriamo per la prima volta una persona bella e attraente, tendiamo a pensare che sia anche intelligente, simpatica e gentile. 
  2. Bias del sopravvissuto. Questo errore si commette quando, per valutare una situazione, si prendono in considerazione solo gli elementi (persone o cose) che hanno superato un determinato processo di selezione, trascurando i restanti. Pensiamo ai calciatori di Serie A. Quest’ultimi rappresentano l’élite dell’élite, ma inconsciamente moltissime persone pensano di poter raggiungere lo stesso livello facendo le stesse cose dei grandi campioni (spoiler, anche se riusciste a replicare lo stesso ambiente, gli stessi allenamenti e alimentazione e lo stesso stile di vita, non potrete mai replicare gli stessi geni dei campioni). Stesso discorso vale per youtuber e influencer, e così via. Vediamo sempre i pochi che riescono a sfondare ma non i tanti che invece ci provano e non riescono a farlo.
  3. Bias di conferma. La naturale tendenza del cervello a dare maggior peso alle informazioni e argomentazioni che confermano la nostra idea. Penso che qui ogni esempio sia superfluo, ma basta guardare un qualsiasi talk show politico per rendersene conto. 

Neuroscienze delle abitudini pt. 1

Questi sono solo alcuni di decine e decine di bias cognitivi di cui quotidianamente siamo vittima. 

Ma perché il nostro cervello ci gioca certi scherzi? In realtà, i bias e le euristiche sono funzionali alla nostra sopravvivenza biologica. Ci permettono di risparmiare energia (la natura tende sempre al risparmio energetico, come la batteria di uno smartphone) e di reagire istantaneamente davanti a una situazione di potenziale pericolo. Il problema è che, se è vero che questi errori cognitivi erano funzionali quando l’essere umano viveva nella giungla, oggi ci complicano la vita. In un ambiente cittadino in cui l’uomo non vive più in piccole comunità, con una continua esplosione tecnica e tecnologica e soprattutto senza più la necessità di vivere con la prima preoccupazione di mangiare e non essere mangiati, i bias e le euristiche diventano spesso un problema. L’evoluzione tende ad essere notevolmente più lenta dello sviluppo culturale umano, per cui si è creato un grosso divario tra le nostre funzioni biologiche e il nostro stile di vita, dovuto a fattori socioculturali.

Neuroscienze delle abitudini pt. 2

Ma come possiamo ridurre l’impatto di bias ed euristiche nella nostra vita? Partiamo dal presupposto che non sempre possono essere evitati, proprio per la loro stessa natura inconscia. Tuttavia, conoscerli e riconoscerli permettono di ridurne l’impatto. Possiamo iniziare a farci caso quando osserviamo il comportamento altrui, quando ci troviamo davanti ad una pubblicità (oggi il neuromarketing si basa quasi esclusivamente sui bias e le euristiche), quando ascoltiamo un discorso politico, quando leggiamo articoli. Piano piano, riusciremo anche a essere consapevoli dei nostri errori sistematici, molto probabilmente sempre dopo aver commesso un’azione e mai prima. In questo caso, abituarci a riflettere su ciò che pensiamo e che facciamo ci permette di essere più consapevoli nella nostra quotidianità. 

0 risposte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *