«L’America venne, vide e vinse». Questo era il titolo del giornale Women’s Wear Daily il 29/11/1973, il giorno dopo quella che viene ricordata come la Battaglia di Versailles.

Lo storico fashion show era una raccolta fondi per la restaurazione del palazzo francese, dove si svolse la sfida in passerella tra stilisti americani e i grandi della Haute Couture.
Fu proprio questo l’evento che fece conoscere la moda americana al mondo intero: contro ogni aspettativa, furono proprio loro i vincitori della sfida, prevaricando gli avversari con l’uso di luci moderne, modelle afroamericane e la partecipazione di Liza Minnelli, che si esibì all’inizio e alla fine della presentazione di ogni designer.

Creata esattamente con lo scopo di portare l’America nel mondo, La Battaglia di Versailles venne organizzata da Eleanor Lambert, pubblicista americana nota anche come la fondatrice del Council of Fashion Designers of America (CFDA), associazione che ha come scopo quello di promuovere gli stilisti americani nell’economia globale.

L’organizzazione offre fondi e opportunità lavorative per stilisti in difficoltà economica e ospita annualmente i CFDA Awards, cerimonia in cui vengono premiati i brand e designer, sia americani che internazionali, che si sono fatti notare di più durante l’anno precedente.

E’ proprio questo il dettaglio che accomuna Versailles alla moda di oggi: molti giovani stilisti che oggi dominano la New York Fashion Week non sarebbero riusciti a farsi notare senza l’aiuto di fondi monetari e consigli di professionisti offerti da associazioni che hanno lo scopo di portare in prima linea nuovi volti.

Proprio il CFDA, nel 2003, ha fondato, insieme a Vogue, il CFDA/Vogue Fashion Fund (CVFF), premio dato a tre designer emergenti, selezionati da un comitato di esperti, che consiste in mentoring aziendale e un premio da 100.000 dollari per i finalisti a 300.000 dollari per il vincitore.

Basta dare un’occhiata veloce ai semifinalisti del CVFF dell’ultimo decennio per notare come molti dei nomi che si possono leggere sono tra i brand che oggi portano lustro alla moda Americana.

Nel 2017 il vincitore del CVFF fu Telfar Clemens con il suo brand TELFAR. La sua shopping bag, fatta di pelle vegana, é stata rinominata «it-bag», ed è uno degli accessori più importanti del decennio, essendo così richiesta da andare sold-out in pochi minuti ad ogni restock. Simbolo di luxury accessibile, la borsa è stata elencata da Oprah Winfrey nella sua lista delle cose preferite ed è stata indossata, tra tanti, anche dalla Deputata Alexandria Ocasio-Cortez.

Dopo la vittoria nel 2017, Clemens ha vinto due consecutivi CFDA Awards per la categoria American Accessories, nel 2019 e nel 2020, e nel 2021 ha disegnato le uniformi ufficiali della squadra Liberiana alle Olimpiadi di Tokyo.

Semifinalisti del Fashion Fund nel 2016, Piotrek Panszczyk and Beckett Fogg hanno portato il loro brand a livelli inimmaginabili. Fondato nel 2014, Area ha attirato l’attenzione del pubblico grazie all’attenta scelta di tessuti e fantasie e all’uso esagerato, ma sempre benvenuto, di cristalli. All’inizio del 2021 i due designer hanno annunciato l’aggiunta di una collezione Couture, presentata durante il calendario ufficiale della Fédération de la Haute Couture et de la Mode. Altro punto forte del brand è l’uso di muse non convenzionali: da Leiomy Maldonado, icona della cultura ballroom e ballerina di voguing, alla top model plus size Precious Lee passando per la modella trans Connie Fleming, musa anche del defunto Thierry Mugler.
In pochi anni il brand ha affascinato chiunque: Michelle Obama ha indossato un tailleur su misura presentando la sua autobiografia, Beyoncé lo indossa nel suo film Black Is King e Ariana Grande nel video musicale di In My Head.

Altro brand che ha attirato l’attenzione dopo aver vinto il CVFF è Christopher John Rogers. Vincitore nel 2019, anche prima della sua vittoria lo stilista aveva attirato l’attenzione del pubblico, dopo essere stato indossato da celebrità del calibro di Rihanna e Lil Nas X e per l’uso di colori e forme che interpretano il glamour degli anni ’80 in chiave moderna. Un marchio difficile da categorizzare, Rogers stesso lo definisce «per un individuo che ha una forte percezione di sé», e non sbaglia: il brand è stato indossato in momenti monumentali, come da Michaela Coel quando é diventata la prima donna nera a vincere un Emmy per migliore sceneggiatura e da Kamala Harris quando é stata proclamata prima vice presidente donna degli Stati Uniti D’America.

Sono tanti i brand che, negli ultimi anni, sono diventati nomi noti: Laquan Smith, Pyer Moss, Luar, Theophilio e  altri fanno sperare che il futuro della moda americana possa essere variegato, divertente e, soprattutto, degno di nota.

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