Sabato 14 maggio si è conclusa la sessantasettesima edizione dell’ Eurovision song contest con la vittoria dell’Ucraina grazie alla canzone “Stefania” della Kalush Orchestra. Tuttavia, tale trionfo ha portato con sè anche una serie di critiche nei confronti di questa manifestazione, in virtù della situazione che il paese dell’est sta affrontando dal 24 Febbraio.

La principale accusa, ingiustificata, che è stata mossa al contest è infatti quella di aver pilotato la vittoria per veicolare un messaggio prettamente politico, puntando il dito contro la Russia – non ammessa alla competizione – e promovendo allo stesso tempo l’ingresso del paese dalla bandiera gialloblu nell’Unione Europea. Ad ogni modo, ciò che pare sia il momento più controverso della storia dell’Eurovision è in verità l’ultimo del tanti; andiamo a scoprire nel passato della kermesse per rispolverare quattro episodi avvenuti durante la manifestazione.

L’edizione del 1969

Da quando ebbe inizio, l’Eurovision ha sempre tentato di evitare la partecipazione di paesi con regime autoritario all’interno della competizione. Nel 1961 venne fatta un’eccezione, accettando la presenza di Spagna e Jugoslavia, sebbene all’epoca appartenenti ad un regime politico anti-democratico. Questa scelta non fu totalmente condivisa dagli altri paesi già partecipanti, e ,nel 1969, quando il festival fu svolto a Madrid, l’Austria decise di non presentarsi per protesta verso il regime franchista. L’edizione spagnola sarà ricordata anche per l’imbarazzante incidente tenutosi durante la finale. A vincere furono infatti ben quattro Paesi ad ex aequo, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna, non essendo prevista all’interno del regolamento alcuna modalità di spareggio.

Gli anni ’70

Tra il 1973 e il 1975 vengono invitati a partecipare sia Turchia che Israele all’interno della competizione. Questi due paesi hanno suscitato delle proteste da parte di varie nazioni che decisero di non aggregarsi all’evento per via del quadro politico alquanto burrascoso che caratterizzava in quel periodo entrambi i due stati. La questione israelo-palestinese è nota, mentre la Turchia viveva una situazione fortemente instabile in seguito al colpo di stato del 1971 e la susseguente invasione di Cipro nel 1974, condannata da gran parte della comunità internazionale.

Anni ‘2000: Russia sì, Russia no 

Non è solo nel 2022 che la Russia è risultata un problema per l’Eurovision.
In seguito alla vittoria del contest tenutosi a Belgrado nel 2008, infatti, come da regolamento, l’ex stato sovietico avrebbe dovuto ospitare l’edizione del 2009.  Molti Paesi erano tuttavia in dubbio se partire per Mosca o meno, vista la guerra in corso contro la Georgia, la quale subito decise di non aderire.
lnfine, nel 2017, per non farsi mancare nulla, durante l’edizione svolta in Ucraina
la cantante selezionata per la Russia, Julija Samojlova, fu impossibilitata dallo stato ospitante ad entrare nei propri confini. La reazione di Mosca non si fece attendere, e fu deciso di non inviare nessun rappresentante all’interno della manifestazione.

Conchita Wurst

Nell’edizione del 2014 in Danimarca trionfò la drag queen austriaca Conchita Wurst con il brano spacca classifiche «Rise like a Phoneix». La vittoria di Conchita causò nei paesi più retrogradi molte polemiche a sfondo sessista, persino nella nazione che Wurst rappresentava. Addirittura in Austria, Russia e Bielorussia le tv locali non mandarono le due serate finali con l’esibizione della cantante. 

L’Euroviosion Song Contest, quindi, è abituato ad avere al suo interno casi delicati, i quali provano come questa non sia solo una competizione musicale.  Vedremo se nel 2023 la manifestazione sarà caratterizzata da un avvenimento che farà scuotere anche i server di My Space.

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